L’infezione è stata possibile grazie alla vulnerabilità di Java a causa della quale Apple ha disabilitato Java stesso. Evidentemente non su tutte le macchine però, visto che proprio alcune di quelle dei dipendenti di Cupertino sono risultate infette.
Apple ha subito isolato le macchine cadute sotto l’attacco tagliandole fuori dalla propria rete ed è corsa ai ripari per eliminare l’infezione. Quest’ultima sembra sia stata possibile a causa della visita da parte degli sfortunati dipendenti di un sito per sviluppatori di software sul quale era stato annidato il malware in grado di sfruttare la vulnerabilità Java.
Non solo alcuni dipendenti di Apple sono stati soggetti all’infezione, ma anche quelli di altre compagnie i cui Mac erano vulnerabili all’attacco. Dalle poche notizie trapelate sulla questione, i computer di Apple la cui sicurezza non ha retto sarebbero comunque un numero piuttosto “esiguo”. Questo però non diminuisce l’entità della gravità di ciò che è avvenuto e che testimonia che i grandi colossi dell’IT non sono al sicuro. Neanche Apple.
Stando al numero di attacchi studiati ad hoc negli ultimi mesi per infrangere i sistemi Mac, emerge un grande interesse da parte del mondo dell’hacking verso OS X che, aumentata la sua diffusione, inizia ad essere visto di buon occhio per svolgere il ruolo di nuova vittima sacrificale nel mondo dei sistemi operativi. Nonostante ciò, comunque, non c’è ancora motivo di spaventarsi e pensare di essere vulnerabili se si usa un Mac. Nel confronto col ben più diffuso Windows, OS X resta sempre più sicuro, ma gli eventi dell’ultimo periodo fanno suonare un campanello di allarme.
Il 7 dicembre 1941 gli U.S.A. subirono da forze provenienti dall’Asia un attacco inatteso e che mai si sarebbero aspettati: l’attacco di Pearl Harbour. L’ammiraglio giapponese Isoroku Yamamoto che ideò e guidò l’attacco, dopo il compimento dello stesso disse: “Temo solo di aver svegliato il gigante che dorme”. A quasi 72 anni di distanza un altro attacco inaspettato arriva dall’Asia, questa volta dalla Cina, e interessa il gigante americano Apple che dormiva tranquillamente certo della sua sicurezza. Tutti sanno come andò a finire dopo Pearl Harbour. Adesso bisognerà solo vedere come reagirà il gigante di Cupertino che subisce un forte colpo comunicativo dopo questi attacchi. Che Tim Cook stia già meditando uno scontro termonucleare contro il mondo hacker cinese?
“Neppure Apple che sulla sicurezza dei suoi sistemi aveva basato gran parte della sua forza nella comunicazione dei prodotti.”
esempio fulgido di distorsione della realtà LOL